venerdì 3 febbraio 2012

Approccio psicologico dentista paziente


Con i bambini giocate d' anticipo Se i genitori seguono questi suggerimenti sarà molto improbabile che i figli possano maturare la paura delle cure odontoiatriche. Non parlate del dentista a scopo punitivo; non dite, per esempio, al bambino: "Se non lavi i denti ti porto dal dentista che ti fa una puntura in bocca e ti cura con il trapano". Non raccontate di esperienze negative avute dal dentista. Scegliete un dentista esperto in odontoiatria pediatrica. Accettate di utilizzare l' anestesia generale solo in casi di estrema gravità e urgenza. Se l' intervento può essere rimandato cercate un dentista che sappia adottare un approccio psicologico corretto. Fate visitare vostro figlio dal dentista ogni 4-6 mesi iniziando dall' età di tre anni, anche se non ha problemi. Il bambino familiarizzerà con lo studio odontoiatrico e quando avrà bisogno di una cura vera e propria non sarà spaventato. Come ritrovare il coraggio Ecco che cosa consiglia l' esperto per chi ha paura del dentista: cercate un dentista che utilizzi un approccio psicologico corretto e avete avuto esperienze spiacevoli, non disperate; oggi molti dentisti sono preparati a risolvere questi problemi non vergognatevi di dire che avete paura, questo a volte basta per alleviare la tensione programmate sedute brevi, vi esporrete meno all' ansia. Andare dal dentista non è come fare una passeggiata. Per alcune persone, in particolare per i bambini, l' esperienza del dentista può essere davvero drammatica. Timore di sentire male, terrore del trapano, panico per un' estrazione, pallore, batticuore e sudorazione accompagnano la cura odontoiatrica. Questa paura si chiama "odontofobia".............
Ma perché la si prova? Lo chiediamo al dottor Tiziano Baldassarri di Montegranaro (AP) che si occupa dal 1987 di odontoiatria pediatrica e generale, utilizzando un approccio psicologico comportamentale per eliminare proprio la paura del dentista. Baldassarri ha aperto in Internet un sito dove sono riuniti gli studi e le ricerche su questo argomento. «Da recenti ricerche - dice - è emerso che il 45 per cento degli italiani va solo una volta l' anno dal dentista, nonostante, secondo la fascia d' età, dal 60% al 95% della popolazione abbia problemi in bocca. Credo che questa disaffezione sia dovuta in parte a pigrizia o a impossibilità economica, ma ritengo che molto più spesso sia provocata solo dalla paura del dentista». Come si manifesta la paura? «L' avversione verso le cure odontoiatriche si manifesta in varie forme. Molti pazienti provano nervosismo e senso di disagio durante la seduta odontoiatrica; ciò non impedisce loro di recarsi dal dentista, ma certo ne farebbero volentieri a meno. L' adulto, oltre che pauroso, diventa ansioso; la causa è in genere una brutta esperienza, vissuta o sentita raccontare soprattutto in età infantile, che non è stata mai superata. «Nel caso del paziente adulto la paura porta a rimandare il più possibile l' appuntamento fino a che non sopraggiunge un dolore insopportabile; a quel punto il soggetto pauroso prende l' appuntamento, ma si presenta in anticipo tanto è impaziente di liberarsi dallo togliersi lo stato, è irrequieto già in sala d' attesa; poi, quando sale sulla poltrona e l' odontoiatra comincia ad iniettare l' anestetico, suda abbondantemente, è tachicardico e ha sbalzi di pressione, diventa iperteso e rosso in volto, oppure ipoteso e pallido, a volte persino sviene. «Nel bambino, invece, la paura si manifesta con pianti e strilli quando è il momento di staccarsi dai genitori per salire sulla poltrona del dentista; il più grandicello serra i denti, copre la bocca con la mano e con prepotenza impedisce all' odontoiatra di lavorare. I bambini, in particolare, temono la siringa, il trapano e i sapori cattivi». La paura può derivare da situazioni più complesse e profonde? Nei casi più gravi, dove si parla di vera "fobia", la paura del dentista è spesso associata ad altre paure, ad esempio alla "claustrofobia" (paura dei locali chiusi), che complicano il disagio del paziente, il quale si sente prigioniero del dentista senza possibilità di fuga». Oggi i dentisti sono preparati a trattare questi problemi? «I dentisti attualmente sono più preparati di un tempo e molto più disponibili nei confronti dei problemi anche psicologici dei pazienti. Per fortuna al corso di laurea in odontoiatria è insegnata anche la psicologia, ma secondo me le dovrebbe essere data ancor più importanza. E' giusto che il neolaureato conosca bene come si devitalizza un dente con canali molto difficili ma, a mio parere, l' approccio psicologico corretto è ancora più importante di queste perfezioni tecniche, altrimenti i bambini paurosi e gli adulti odontofobici, le cui bocche rovinate hanno ancor più bisogno di cure, non potranno mai usufruire della corretta assistenza» ANGELO DE' MICHELI LE SOLUZIONI IN AIUTO ALCUNE SPERIMENTATE TECNICHE DI RILASSAMENTO Emozioni sotto controllo Oggi la paura del dentista si può curare. Ecco che cosa suggerisce l' esperto. «Per trattare questi pazienti spesso sono stati utilizzati farmaci ansiolitici, ma né i farmaci né gli strumenti indolore riescono a tranquillizzare un odontofobico. Vi sono poi tecniche sedative più potenti per via endovenosa e l' anestesia generale, spesso invocata dallo stesso paziente, ma queste tecniche sono utilizzabili solo alla presenza dell' anestesista e presentano rischi non trascurabili. L' anestesia generale deve essere utilizzata solo per i casi di estrema gravità e urgenza, per i grandi interventi chirurgici e per i traumi. Con l' anestesia generale non si risolve né il problema odontoiatrico e neppure quello della paura: ci sono terapie che necessitano di più sedute e non si può ogni volta ricorrere all' anestesia generale, inoltre il paziente non supera mai la sua paura, anzi i bambini hanno ancora più timore del dentista dopo aver subito un' anestesia generale per curare un dente» dice Baldassarri. «Le tecniche migliori sono psicologiche. Il paziente deve trovare un dentista che lo sappia capire e che riesca a infondere completa fiducia; si deve instaurare un rapporto di empatia, il paziente deve vedere il dentista come un amico: di un amico non si può avere paura. Il dentista deve utilizzare con i pazienti adulti le stesse tecniche che la psicologia usa per curare le fobie: tecniche comunicative verbali e non verbali, "desensibilizzazione sistematica", "shaping", "modeling" (in pratica, si abitua il paziente a reagire e a rispondere emotivamente in modo più naturale). Nei casi più difficili può ricorrere a tecniche di rilassamento progressivo (metodo Jacobson e Bernstein, allenamento all' autorilassamento) o utilizzare il "biofeedback" (tecnica di rilassamento muscolare controllata elettronicamente). Ora stiamo studiando un' altra tecnica: l' EMDR (desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari) che serve a liberarsi dalle esperienze traumatiche» spiega l' esperto. «Certamente queste tecniche necessitano di almeno tre o quattro sedute preliminari a quella odontoiatrica, ma si recupera subito, perché il paziente, superando la paura, si lascia curare con tutta tranquillità». «I bimbi, poi, non sono adulti in miniatura - ricorda l' esperto - sono bambini e come tali devono essere trattati: tutto deve essere loro proposto come un gioco e la paura del dentista può lasciare addirittura il posto all' aspettativa per la visita. I genitori ci raccontano che i loro figli prima non si facevano curare da nessuno, mentre ora sono sereni nel venire in studio. E la migliore prevenzione si ottiene quando il paziente va senza alcuna preoccupazione ai controlli dal dentista». 
De' Micheli Angelo
Pagina 032/033
(4 marzo 2001) - Corriere Salute

Nessun commento:

Posta un commento